La curcuma: per la salute di donne, uomini e bambini

 

La curcuma, botanicamente parlando il Turmerico, è parente dello zenzero e del cardamomo e la spezia viene ricavata dalla parte del fusto sotterraneo della pianta. Contiene tantissimi componenti, a cui sono state attribuite più di 300 attività biologiche diverse (ad esempio 20 sostanze hanno un’azione antibatterica), ma gli studi si sono concentrati sulla curcumina, il principale componente del Turmerico.

La curcumina è un potente antiossidante, 300 volte superiore rispetto alla vitamina E, è in grado di prevenire la formazione dei radicali liberi ma anche di neutralizzare quelli già esistenti; inoltre è anticoagulante e antitrombotica, abbassa la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, è antinfiammatoria e antidiabetogena, antivirale e protettiva per la funzionalità epatica.

Tramite ricerche e test si è dimostrato che sia la curcumina sia la curcuma nella sua interezza inibiscono le cellule tumorali: negli anni ’80 il Prof Bharat Aggarwal fu il primo a purificare il TNF alfa e beta (Fattore di Necrosi Tumorale), un potente fattore antitumorale prodotto dal nostro organismo. Questa molecola, infatti, è in grado di distruggere i tumori, ma solo se rilasciata localmente, se invece circola liberamente nel sangue, ha un effetto opposto, cioè può facilitarne la crescita: il TNF stimola un’importante proteina la kappa B (NF kappa B) che a sua volta attiva una serie di geni coinvolti nell’infiammazione e nella proliferazione cellulare.

Questa associazione tra infiammazione e proliferazione cellulare (da cui nasce il tumore) fece tornare Aggarwal indietro con la memoria alle sue radici indiane, allora mise a contatto la curcuma con le colture cellulari e, con sua grande sorpresa, l’attività del TNF e del NF kappa B fu prontamente bloccata. In seguito, fu in grado di dimostrare che è soprattutto la curcumina a possedere la capacità di inibire questi fattori ed impedire la replicazione e la diffusione delle cellule tumorali. Da allora sono stati condotti centinaia di studi. Secondo i ricercatori, la curcumina potrebbe essere utile almeno in 8 tumori, ma la sua azione difensiva si estende a tutti i tipi.

Inoltre la curcuma in associazione alle terapie oncologiche classiche va a potenziare l’azione dei chemioterapici normalmente utilizzati.

Leucemia infantile: gli studi epidemiologici mostrano che in Asia l’incidenza di questo tumore è molto inferiore rispetto all’Europa e secondo i ricercatori questo sarebbe dovuto in parte all’effetto protettivo della curcuma, molto utilizzata nella cucina asiatica. L’azione antiossidante di questa spezia protegge il DNA dai danni provocati da sostanze chimiche ambientali o da quelle che si trovano nei cibi industriali. In più, negli esperimenti di laboratorio, la curcumina è stata in grado di inibire le crescita delle cellule leucemiche. I bambini possono trarre benefico dalla curcuma fin da lattanti: infatti, i principi terapeutici di questa spezia passano dalla madre al bimbo tramite il latte materno.

Cancro alla mammella: in alcuni studi sui topi la curcumina ha ridotto di molto la diffusione metastatica del tumore della mammella. Si crede che la curcumina e la curcuma possano essere molto utili nella prevenzione di questo tumore attraverso tre meccanismi:

  • riduzione dell’effetto simil-estrogenico di molte sostanze chimiche (pesticidi, materiali plastici, ecc.) che legandosi ai recettori estrogenici mammari causano proliferazione cellulare e poi tumore;
  • “down regulation” dei recettori ormonali, cioè, curcuma e curcumina smorzerebbero i recettori, rendendoli meno sensibili agli stimoli;
  • inibizione del COX-2, un enzima che ha un ruolo chiave nell’iniziazione e diffusione del cancro. Il COX-2 ha una lunga lista di effetti negativi: stimola la divisione delle cellule tumorali, impedisce la morte cellulare, stimola la crescita di nuovi vasi sanguigni attorno al tumore, facilita la diffusione delle metastasi.

La curcuma protegge le donne in menopausa e sottoposte alla terapia ormonale sostitutiva dal tumore al seno: lo affermano i ricercatori americani dell’Università del Missouri in uno studio apparso su Menopause, la rivista della North American Menopause Society.

Cancro della cervice: la curcumina protegge dal virus del papilloma umano (HPV), che può causare il tumore della cervice dell’utero. I virus HPV necessitano di alcune proteine virali prodotte delle cellule del corpo per poter agire rapidamente e la curcumina impedisce il legame di queste proteine epiteliali con il virus. Sono in corso degli studi sulle donne per quantificare l’efficacia della curcumina in vivo (in vitro è già accertata).

Cancro della prostata: l’India è il paese dove si consuma (3-5 g per adulto al giorno) e si produce più curcuma al mondo ed è anche quello con la più bassa incidenza di tumore alla prostata. In un recente studio sui topi si è visto che, l’associazione tra un composto naturale che si trova nelle crucifere (broccoli, cavolfiori, ecc.) e la curcumina, ha una notevole azione preventiva sul tumore della prostata e ha effetti positivi anche sugli uomini a cui è già stato diagnosticato.

Sicurezza: in India, è utilizzata almeno da 6000 anni, come medicina, cosmetico, spezia e colorante (per 2000 anni le tuniche dei monaci buddisti sono state tinte con questa radice). Per gli indiani è un simbolo di prosperità e un mezzo di purificazione per tutto il corpo. La medicina ayurvedica le attribuisce numerose proprietà (antibatteriche, antinfiammatorie, antiallergiche, antispastiche, ecc.), molte delle quali confermate dalla scienza moderna. La curcuma è stata usata come condimento in grandi quantità per centinaia di anni senza particolari reazioni avverse. Diversi studi hanno dimostrato che la curcumina non è tossica per gli esseri umani, fino a 8000 mg/die (16 capsule al giorno). L’americana FDA (Food and Drug Administration) classifica la Curcuma (contiene il 2% di Curcumina) sostanza GRAS (General Recognition And Safety), ovvero “Generalmente Riconosciuta Sicura”.

È sconsigliata alle donne in gravidanza, mentre chi ha patologie della coagulazione o ipertensione deve consultare il proprio medico, soprattutto se sta già seguendo una terapia farmacologica.