Il lato oscuro dei pannolini

 

Da decenni ci si è liberati con piacere dei pannolini lavabili per sostituirli con i comodissimi e praticissimi usa & getta. La semplicità e praticità di questo sistema è talmente evidente che metterlo in dubbio sarebbe una vera assurdità. Tuttavia chi non ha mai trovato, neppure una volta, il sederino del bambino arrossato? Questo è l’inconveniente minimo, poi ci sono eritemi, dermatiti, eczemi, abrasioni, piaghe, combattute con tubetti e tubetti di creme. Inoltre l’ambiente caldo-umido del pannolino facilita la proliferazione dei batteri e quindi le infezioni, soprattutto delle vie urinarie, sono molto frequenti nei bimbi piccoli e curabili soltanto con gli antibiotici.

Se consideriamo che i nostri piccoli vivono con il pannolino tutto il giorno per più di 2 anni della loro vita, capiamo al volo che non dev’essere un piacere (pensiamo ai 4/5 giorni al mese in cui abbiamo le mestruazioni…). Viene da chiedersi perché l’utilizzo del pannolino sia facilmente (e non felicemente) accompagnato da tutta queste serie di problemi.

Quali sono i materiali usati nei pannolini tradizionali? I materiali utilizzati da tutte le ditte per i “modelli base” sono parecchi:

  • Filtranti esterni: non-tessuto spundbond o thermobond di polipropilene (PP), trattato idrofilico (per migliorare la capacità di filtrazione altrimenti scarsa);
  • Anima assorbente: fluff di cellulosa, normalmente ECF (cioè pretrattata con cloro) e gel superassorbente (SAP);
  • Barriere laterali: non-tessuto spundbond di Polipropilene;
  • Elastici in lattice sintetico;
  • Fascia addominale con chiusure in plastica di Polipropilene o altro materiale sintetico;
  • Fascia tipo velcro per agganciare il pannolino in materiale sintetico;
  • Film barriera esterno in Polietilene o Poliuretano (quasi sempre nascosto da un altro tessuto esterno in polipropilene per conferire al pannolino l’aspetto “meno plasticoso”);
  • Collanti hot melt sintetici (adesivi termofondenti);
  • Coloranti.

NB: Esistono anche modelli più complessi di quello descritto.

Traduzione dizionario chimica – italiano comune:

Il polipropilene è un materiale plastico, usato per la produzione di molti oggetti di uso comune: dagli zerbini agli scolapasta, i cruscotti degli autoveicoli, i tappi e le etichette delle bottiglie di plastica, le reti antigrandine, le custodie dei CD, le capsule del caffè, i bicchierini bianchi di plastica per il caffè, ecc. Può essere trattato in modo da ottenere dei filamenti, che vengono incrociati tra di loro, formando un non-tessuto (spundbond), il quale può essere termosaldato (thermobond). Questo non-tessuto è idrorepellente (come tutta la plastica) ma può essere trattato per diventare idrofilico, letteralmente “amico dell’acqua”. Il fluff di cellulosa, è una specie di batuffolo/lanugine di cellulosa. Per estrarre la cellulosa dagli alberi vengono usati soda caustica e solfuro di sodio, si ottiene una pasta marrone che richiede parecchio sbiancante (cloro). Il processo ha degli svantaggi ambientali (lo zolfo genera odore di uova marce, e ci sono molti scarti acquosi) e di resa (solo il 50% del legno viene trasformato in pasta, anche se molti scarti vengono bruciati e l’energia recuperata). La maggior parte dei tipi di SAP in circolazione sono costituiti da polimeri quali silicati, acrilati e simili o derivati del petrolio; dato che la maggior parte dei pannolini ha uno strato molto sottile che separa il cuore assorbente dall’esterno, può capitare che piccoli cristalli di SAP passino attraverso questo strato (si vedono delle perline di gel) e vadano direttamente a contatto con la pelle con tutti gli effetti negativi immaginabili. In conclusione i pannolini usa&getta sono un concentrato di plastica, sostanze chimiche dalla dubbia sicurezza e cellulosa. La ciliegina sulla torta: da dove arrivano i materiali? Dalla Cina ovviamente, dove ci auguriamo che siano state rispettate le norme di produzione industriale a tutela dei consumatori (che in questo caso sono i nostri bambini), dei lavoratori e dell’ambiente.

Impatto ambientale:

Nei primi due anni e mezzo di vita, ogni bambino produce una quantità di rifiuti pari a circa una tonnellata (=1000kg) di pannolini e molti bambini utilizzano pannolini fino ai tre anni e mezzo. Dopo due anni e mezzo i pannolini usati hanno già raggiunto un impatto ambientale analogo a quello di un’automobile che percorra 3 mila chilometri. Ogni giorno in Italia vengono utilizzati almeno sei milioni di pannolini usa&getta, che in Europa ogni anno corrisponderebbero a un edificio alto 800 metri per una superficie di un ettaro. Considerando che si sta riuscendo ad esportare e vendere pannolini laddove fino a oggi nessuno li aveva mai usati, i dati sono in continua crescita. A tali dati vanno aggiunti quelli relativi ai numerosi inquinanti dispersi nell’ambiente sia per la produzione dei pannolini sia per le risorse non rinnovabili impiegate. Si è calcolato che un bimbo utilizza circa 500 pannolini ogni tre mesi, per la cui produzione viene abbattuto un albero di medie dimensioni. Un bimbo che usi pannolini usa&getta, al compimento del terzo anno di vita è responsabile dell’abbattimento di 10 alberi di medie dimensioni. Nella fase produttiva consumano un’enorme quantità di risorse naturali: energia, acqua, polpa di legno, plastica, idrogel ecc. La produzione elimina nell’acqua solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani.

Smaltimento:

Per un corretto utilizzo degli usa&getta, bisognerebbe pulirli dal loro contenuto solido smaltendolo nel water, prima di gettarli. Ovviamente quasi nessuno segue questa regola, dal momento che verrebbe meno il principio stesso dell’usa&getta. Si crea però a questo punto un rischio igienico dovuto all’accumulo di rifiuti organici (urine e feci) in situazioni non predisposte allo smaltimento. Infatti le discariche non forniscono le condizioni adatte al loro corretto smaltimento; avviene così che i pannolini, nel tempo, si mummificano mantenendo inalterati peso e forma. Le feci umane possono inoltre contenere agenti patogeni dannosi per l’uomo (per esempio il virus della polio contenuta nelle feci dei bambini vaccinati contro la polio), veicolabili attraverso animali (roditori, insetti, uccelli) e falde acquifere, nel caso vengano contaminate. Inoltre i pannolini tradizionali, se liberati nell’ambiente (o abbandonati in una discarica) necessitano di circa 500 anni per degradarsi. Se bruciati, essendo di plastica, liberano diossina.

Impatto economico:

I pannolini usa & getta equivalgono a soldi usa & getta. Nel corso dei primi tre anni di vita del bambino, vengono spesi in media circa 2500 euro nell’acquisto di pannolini. Senza calcolare i soldi spesi per le salviettine, creme, ecc.

Impatto sulla salute:

Se i rischi legati al possibile assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche attraverso la pelle del neonato sono ancora da dimostrare, in assenza di studi certi al riguardo, le statistiche mediche di tutti i Paesi ove si fa abbondante utilizzo di pannolini usa&getta testimoniano un aumento dei casi di arrossamenti, eritemi da pannolino e allergie. Secondo l’Università di Kiel (Germania), l’impiego regolare e continuato di pannolini usa&getta provocherebbe il surriscaldamento (fino a 1°C) dello scroto dei bambini, rischiando di danneggiare il normale sviluppo dei testicoli e quindi la futura fertilità. Il rivestimento di polipropilene e polietilene, trattandosi in ogni caso di una materia plastica, provocherebbe all’interno del pannolino stesso un aumento della temperatura (Partsch & Al., 2000).

L’alternativa a tutto questo sono i pannolini lavabili, ma se per varie ragioni non fanno per voi, ci sono alcuni accorgimenti che aiutano a limitare i danni degli usa&getta:

  • cambiare il pannolino al massimo ogni 4 ore e lasciare il bambino senza pannolino almeno un’ora al giorno, perché la sua pelle deve asciugare all’aria;
  • non stringere troppo il pannolino, c’è la tendenza a strizzare in modo non appropriato il pannolino per evitare che la pipì fuoriesca; ciò può essere causa di gravi conseguenze sull’apparato digerente (quando noi adulti abbiamo mangiato allentiamo la cintura perché lo stomaco si dilata, perché mai si pensa invece che i bambini non abbiamo le nostre stesse reazioni?);
  • togliere il pannolino a un’età adeguata, l’età “giusta” varia da bambino a bambino (indicativamente tutti i bambini raggiungono il controllo degli sfinteri tra i 18 e i 24 mesi);
  • valutare il pannolino, se rilasciano il gel assorbente, se emanano uno strano odore (petrolio o profumazioni chimiche), la funzionalità è meglio dell’estetica (più è colorato, più sono stati usati coloranti, è anche più costoso).
Per saperne di più:
 
http://it.wikipedia.org/wiki/Polipropilene
http://www.astersrl.eu/cms_pg.php?pgid=35
http://it.wikipedia.org/wiki/Cellulosa
http://www.salvaleforeste.it/lacartavincente/?page_id=41
http://madreterranews.blogspot.it/
http://www.ancora-collanti.it/colle-collanti-adesivi-per-imbottiti/collanti-termofondenti-hot-melt.html
http://it.made-in-china.com/co_zjlthomas/product_Super-Absorbent-Gel_eigirirhg.html
http://www.bilancidigiustizia.it/dossier-2/pannolini-lavabili-per-bambini/