L’allattamento è…

 

L’allattamento è… il miglior modo per far star sereno il tuo bambino.

L’allattamento è… la cosa migliore che c’è!

L’allattamento è… importante per la vita del bambino, semplice e naturale dopo le prime volte…

L’allattamento è… il momento più bello ed intimo che la natura ha donato alla mamma ed al suo bimbo.

L’allattamento è… il primo “pranzetto” a cui la mamma provvede.

L’allattamento è… un momento intimo tra mamma e figlio.

L’allattamento è… uno dei primi approcci con il nostro bambino.

L’allattamento è… molto bello.

L’allattamento è… il primo e ultimo istinto dell’essere umano.

L’allattamento è… un momento intimo tra mamme e figlio, in cui si sviluppa la relazione affettiva tra i due.

L’allattamento è… importante per la crescita del bambino.

L’allattamento è… il momento in cui sei più unito con tuo figlio.

L’allattamento è… importante.

L’allattamento è… un atto d’amore.

Le future mamme, papà e anche qualche nonna hanno terminato la frase secondo il proprio pensiero all’inizio dell’ultimo incontro del corso preparto, prima di parlare di quest’argomento. Penso che queste frasi, così semplici, immediate, nate dall’istinto rappresentino l’essenza dell’allattamento al seno: naturale, intimo, importante, un atto d’amore. Magari chi non è riuscita ad allattare può sentirsi accusata o in colpa, ma non è di certo il mio obiettivo. L’allattamento al seno è la naturale continuazione del nutrimento che la mamma dà al suo bambino, iniziato nella pancia attraverso la placenta e continuato dopo la nascita attraverso il seno, la mamma basta al proprio bambino insomma. Se ci pensiamo la stretta dipendenza dalla mamma per il nutrimento dura 9 mesi in gravidanza (endogestazione) e altrettanti 9 mesi dopo la nascita (esogestazione), infatti spesso capita che fino ai 9 mesi i bimbi non mostrino particolare interesse verso il cibo e preferiscano di gran lunga il latte materno (a volte anche l’eruzione dei denti inizia intorno a questa fase).

Non sempre però allattare è semplice.

Quanti racconti si sentono di allattamenti non riusciti? Moltissimi, infatti la percentuale di mamme che riescono ad allattare fino allo svezzamento (6 mesi) è ancora molto lontana da quel che ci si potrebbe aspettare. Le ragioni possono essere le più svariate:

“Non ho avuto la montata…”

“Avevo poco latte…”

“Il mio latte era poco nutriente…”

“Il mio latte non bastava al mio bambino…”

“Il mio bambino non si attaccava al seno…”

“Il mio bambino a 3 mesi ha iniziato a fare sciopero e a non mangiare…”

“Il mio bambino non voleva il mio latte…”

“Il mio bambino soffriva di reflusso…”

“Il mio bambino è stato ricoverato in ospedale…”

“Mi sono venute le ragadi e non guarivano…”

“Ho avuto un ingorgo…”

“Mi è venuta la mastite…”

“Ho il capezzolo invertito e mi hanno detto che non posso allattare…”

“Dovevo prendere il farmaco X e quindi dovevo buttar via il mio latte…”

“Il mio bambino non cresceva abbastanza, allora mi hanno prescritto l’aggiunta e la doppia pesata…”

“A 3 mesi sono dovuta tornare a lavorare…”

“Il mio bambino prendeva il seno come vizio…”

Queste mamme hanno sbagliato? Assolutamente no, non devono sentirsi in colpa, né giudicate. Io credo che ci sia sempre un denominatore comune, un’unica causa che porta le mamme che vorrebbero allattare a non realizzare questo loro desiderio: la mancanza di sostegno.

Le mamme vengono dimesse dall’ospedale quando spesso non è ancora arrivata la montata lattea, tornano a casa da sole e devono affrontar tutto senza aver nessuno a cui chiedere un consiglio. Poi ci sono ancora tanti falsi miti sull’allattamento al seno (ad esempio il latte poco nutriente), tanti problemi che la mamma a volte si trova a dover affrontare (ad esempio ragadi, ingorgo, poco latte) e tanti comportamenti scorretti da parte di chi dovrebbe aiutare la mamma (ad esempio la doppia pesata, l’aggiunta di latte artificiale data col biberon invece che con la siringa, l’uso del ciuccio prima dei 2 mesi). I problemi e le insicurezze vengono amplificati da consigli sbagliati e allora si ricorre all’unica rassicurante e certa soluzione, il latte artificiale. Le mamme già in gravidanza sono bombardate di mille prodotti e messaggi su come prepararsi all’allattamento, cosa mettere sul seno, quali acquisti sono indispensabili, senza che gli siano fornite delle reali informazioni basate sulle evidenze scientifiche e non sul marketing.

Cos’è utile o inutile quindi?

È inutile:

  • preparare il capezzolo frizionandolo con guanti o asciugamani → ci sono già i tubercoli di Montgomery che producono delle secrezioni che idratano il capezzolo
  • comprare creme e prodotto anti ragadi → l’unica prevenzione delle ragadi è il corretto attacco del bambino
  • comprare paracapezzoli → non consentono una suzione efficace al bambino
  • coppette assorbi-latte → possono essere tranquillamente sostituite da fazzoletti di cotone o dal bambino che poppa o il latte in eccedenza può essere conservato dalla mamma oppure donato
  • tiralatte → non sempre serve o è efficace, dipende dalle necessità della mamma, bisognerà quindi valutare sul momento se è utile, quale modello, quale taglia di coppa e il corretto uso (esistono anche le ragadi causate dal tiralatte)
  • comprare fantomatici integratori per aumentare la produzione di latte → l’unica cosa necessaria e indispensabile per aumentare il latte è stimolare di più il seno (bambino, spremitura, ecc)
  • comprare biberon, ciuccio, latte artificiale → l’uso del biberon e ciuccio prima dei 2 mesi di vita del bambino interferisce con la sua capacità di suzione al seno, ergo si attaccherà più facilmente in modo scorretto, causando ragadi alla mamma, la poppata sarà meno efficace, mangerà di meno, prenderà poco peso, allora via con l’aggiunta, il seno sarà stimolato meno e quindi produrrà meno latte.

È utile:

  • risparmiare i soldi di tanti acquisti inutili (possono esser spesi meglio)
  • farsi seguire da un’ostetrica in gravidanza, con la quale parlare in modo approfondito anche di allattamento al seno e dei bisogni del neonato
  • se non si è seguite dall’ostetrica, può essere comunque utile fare una visita con lei intorno alle 32-34 settimane per avere informazioni corrette sull’allattamento, su come avviarlo, come affrontare i piccoli intoppi che ci possono essere, cosa fare in caso di capezzolo piatto o invertito, come fare la spremitura manuale del seno e quando può esser utile
  • leggere libri sull’allattamento a richiesta (ad es. quelli de La Leche League)
  • fare tante domande durante il corso preparto per togliersi ogni dubbio
  • predisporre un aiuto domestico da parte di parenti o amici per il post parto, la mamma è la persona più competente per prendersi cura del bambino, quindi gli aiuti sono ben accetti solo per alleviarla dalle incombenze domestiche (bisogna delegare tutto quel che si può, pulizie, far la spesa, cucinare, portar fuori il cane, ecc), non per dare consigli non richiesti
  • contattare un’ostetrica (se già non si è seguite da lei) per avere un assistenza professionale e qualificata nel post parto a domicilio, l’ostetrica andrà a casa della donna per valutare il benessere di mamma (cicatrici, perdite ematiche, ecc) e neonato (ombelico, segni di una buona assunzione di latte, ecc), per valutare la poppata (attacco, posizione, suzione, ecc), per dar consigli e suggerimenti alla mamma su come affrontare eventuali problemi insorti, su come togliere l’aggiunta o ri-allattare, su come allattare due gemelli.

La mamma può approfittarne anche per far domande sul sonno del neonato, quando e come fare il lavaggio del nasino, sulle coliche, stitichezza, prodotti adeguati per l’igiene del neonato, sull’alimentazione di una mamma che allatta. Insomma tutti i 1000 dubbi e incertezze di una mamma, che spesso per vergogna non chiede o non sa a chi chiedere, buttandosi quindi sulle risposte trovate su internet o sui consigli della vicina, della suocera, …

Non ci si può rivolgere ad un persona che non sia più che competente in allattamento, anatomia e fisiologia e che non sia soprattutto aggiornata.

Diffidate di chi vi dice che:

  • avete un brutto seno o capezzolo e non potete allattare
  • dovete fare la doppia pesata
  • dovete usare il biberon o il ciuccio prima dei 2 mesi
  • dovete allattare ad orari e secondo tempi prestabiliti
  • non dovete dare il seno per far addormentare il bambino o come consolazione
  • dovete dare il latte artificiale perché il vostro è poco o poco nutriente o perché il bimbo rigurgita
  • non potete allattare perché siete miopi o altre controindicazioni infondate
  • dovete distanziare le poppate perché il vostro bambino è cresciuto troppo
  • dovete iniziare prima dei 6 mesi lo svezzamento
  • l’allattamento ha una “data di scadenza”
  • e tante altre… fesserie!

Per raggiungere l’obiettivo allattamento quindi è importante:

essere motivate (se la mamma non desidera allattare si parlerà con lei della sua scelta e le si daranno le indicazioni per fare un’alimentazione intelligente e con amore con il latte artificiale); cercare le informazioni corrette e un punto di riferimento, una persona a cui affidarsi durante questa fase naturale ma spesso non semplice, qualcuno che sappia ascoltare, dedicare del tempo e rispondere alle domande; avere un sostegno familiare, perché quando una mamma allatta tutta la famiglia è coinvolta e allatta con lei.