Rinascere, il VBAC di Ilaria

 

Sono mamma di due splendide bambine ma le strade percorse per arrivare a loro sono state molto diverse. Ho avuto due bellissime gravidanze, certo un po’ di nausee i primi 3 mesi, ma oltre a questo nulla di più… esami a posto, crescita dei feti regolare, insomma tutto nella norma. Arrivo al grande giorno del mio primo parto e, come del resto tutte le donne alla prima esperienza, inutile dire che sono spaventatissima ma anche impaziente di vedere la mia bambina.

Il travaglio prosegue bene ma arrivo ad un certo punto e qualcosa non va, mi dilato fino a 8 cm, sento quasi il desiderio di spingere ma la bambina non scende. Vedo un sacco di gente intorno a me, dottori e ostetriche che parlano fra di loro e finalmente giungono alla conclusione che la bambina ha due giri di cordone ombelicale intorno al collo e che quindi non potrà nascere con un parto naturale. In poche parole, dopo ore di travaglio, l’unica soluzione che mi si prospettava era un cesareo!

A mente fredda non riesco nemmeno a ricordare lo smarrimento di quei momenti, tutte le previsioni che mi ero fatta per nove mesi stavano drammaticamente crollando nel giro di due secondi. I medici parlavano di un cesareo come della routine e per loro capisco che lo fosse, ma si trattava della nascita di un bambino e per una mamma non è mai routine!

Nel giro di mezz’ora vengo preparata per la sala operatoria, mio marito esce sconsolato dalla sala parto e si accomoda ad aspettare fuori. Dopo circa 10 minuti la mia bambina è nata, per carità sanissima, ma in una sala operatoria con intorno persone che non riconoscerei in giro, senza il papà e con una mamma che, a causa di cateteri, flebo e macchina per la pressione, tra poco non riusciva nemmeno a prenderla tra le sue braccia….. ero praticamente DISPERATA!

Ma purtroppo non immaginavo nemmeno che il peggio doveva ancora venire.

Erano le 22.30 di sera, passa ancora una mezz’ora e vengo cucita, sedata e mandata in barella in camera senza bambina (perché a quell’ora nessuno era in grado di darmi assistenza dal nido dell’ospedale), in più non era più ora di visita e mio marito fa giusto in tempo a salutarmi che viene congedato. Quindi mi ritrovo da sola, al buio di una camera di ospedale senza nessuno dei miei cari e con l’anestesia spinale che piano piano mi sta abbandonando, inizio di nuovo a sentirmi le gambe ma insieme a loro anche il dolore, si perché ragazze non date retta a tutte quelle persone che dicono “è un taglietto”, col cavolo!!!! Il cesareo è un’operazione a tutti gli effetti e il post è terribile!

Un’infermiera si prende compassione di me e ogni tanto mi porta una borsa del ghiaccio da mettere sopra la ferita e finalmente arriva mattina, è stata la notte più lunga della mia vita. Rivedo mio marito (che manco a dirlo ha passato la notte insonne) e finalmente anche la mia bambina. Mi tolgono il catetere e provo a camminare ma credetemi se vi dico che l’impresa è stata ardua.

Morale della storia: vengo dimessa dopo 5 giorni di quasi digiuno, cammino ma con forti dolori (i dolori alla ferita rimarranno per circa 30 giorni) e alle dimissioni mi danno una lista di iniezioni e pastiglie degne di un malato terminale, non di una donna che ha appena partorito. Questo va sommato a tutti i “problemi” delle mamme alle prime armi (poppate notturne, feeling con il neonato, ecc). Quel che più mi è pesato in tutto questo è il lato psicologico, non so come spiegare… è una ferita che ti porti dietro e non è la semplice cicatrice.

Dopo circa 3 anni rimango incinta un’altra volta e, al di la dell’immensa felicità, la prima domanda che mi sono posta è stata: e ora che faccio? Cesareo oppure provo il parto naturale?

Si perché ora c’è la possibilità di fare il cosiddetto “travaglio di prova”, cioè la persona che ha già subito un cesareo può decidere di provare a partorire per vie naturali. Guardo negli occhi mio marito e dico subito con fermezza “io un altro cesareo non lo voglio” e questo è stato lo spirito con il quale ho affrontato tutto il periodo di gestazione. Purtroppo questa scelta in alcuni ospedali non è ancora ben vista, o meglio dipende molto dal medico che trovi, io ho avuto diversi scambi di opinioni durante le varie ecografie con ginecologi che mi dicevano “brava signora fa bene a provare” e altri “io glielo sconsiglio”.

Quello che mi sento di dire è che se vuoi fermamente una cosa e ci credi vai contro tutti pur di portarla a termine ed è quello che ho fatto io.

Arriva il giorno del travaglio e vado in ospedale per partorire, mio marito questa volta non mi molla un attimo. In ospedale i medici invece sì, mi mollano eccome! Nel senso che purtroppo nessuno si prende la briga di toccarmi con un dito o aiutarmi sapendo che ero reduce da un precedente cesareo, quindi vengo lasciata come si suol dire “nel mio brodo” a farmi il travaglio nella mia camera, salvo qualche visita di controllo per controllare la dilatazione ma nulla di più.

Nessun anestetico oppure analgesico ma nemmeno una buona parola che forse in quei momenti sarebbe meglio di altre mille cose.

Comunque, nonostante questo, arrivo alla massima dilatazione e salgo in sala parto, finisco il mio travaglio e dopo circa 3 ore di dolori forti (quelli è inutile dirlo che ci sono) finalmente nasce la mia bambina!

Mi giro intorno e vedo mio marito al settimo cielo che mi guarda con una faccia che penso non gli vedrò mai più nella vita e soprattutto vedo subito e prendo in braccio la mia bambina!

Scordatevi il dolore, quello dopo l’ultima spinta sparisce del tutto. Mi danno solo qualche punto, metto la mia bambina nella culla di fianco a me e … torno nella mia camera con i miei piedi, nessuna flebo e nessuna medicina ma una bella brioches e un cappuccio per colazione.

Intanto si erano fatte le sei di mattina e mio marito questa volta non ha passato la notte insonne per l’angoscia ma per la felicità.

Dopo 3 giorni vengo mandata a casa con la sola raccomandazione di crescere bene la mia bambina e stare serena, dopo circa una settimana anche il leggero fastidio dei punti va via e tutto procede per il meglio.

Tirando le somme: parto naturale batte cesareo 10 a 0 e questo detto da una persona che li ha provati entrambi.

Diffidate delle persone che classificano il cesareo come un intervento banale, la notte dopo il mio secondo parto la mia compagna di stanza ha avuto un cesareo durante il travaglio, nel vederla soffrire mi sono rivista e pativo per lei, riconoscevo l’angoscia e il dolore che avevo provato anch’io tre anni prima.

Il mio consiglio, dato dal più profondo del cuore, è quello di trovare un’ostetrica e una ginecologa che vi spronino e vi sostengano ad intraprendere questa strada se è quello che voi volete, sono di vitale importanza perché quando ci saranno i momenti duri saprete di avere sempre una spalla su cui appoggiarvi e una persona con la quale confrontarvi.

E ricordatevi…. l’ingrediente più importante è la vostra tenacia e la voglia di arrivare a partorire vostro figlio in modo naturale!