Allattamento, tra miti e leggende – Parte 2

 

Avevamo già parlato di alcuni falsi miti riguardo l’allattamento, come ad esempio allattare ad orari e per una durata predefinita, le dimensioni del seno proporzionali alla quantità di latte, ragadi e il fattore “fortuna” per allattare…

Ora sfatiamo altre credenze senza fondamento scientifico!

  1. In estate bisogna far bere acqua al neonato perché rischia di disidratarsi.

Per i primi 6 mesi di vita il fabbisogno del bambino è soddisfatto esclusivamente dal latte, non gli serve altro, né acqua, né camomilla o tisane varie (tra l’altro piene di zucchero!). “Solo” latte quindi? Sì perché è l’alimento completo e migliore da ogni punto di vista e rispetto al latte artificiale è sempre diverso e cambia a livello nutrizionale seguendo lo sviluppo del bimbo. Qual’è il primo ingrediente di qualunque tipo di latte? Umano, vaccino, vegetale ecc? È l’acqua! Quindi se seguiamo i bisogni del bambino lui non avrà bisogno di nulla perché dal seno può scegliere di bere quando ha sete e di mangiare quando a fame (la differenza sta nella durata della poppata).

  1. Aglio, cavoli, cipolle, carciofi, asparagi e altri cibi sono da evitare in allattamento.

Questo mito deriva dalla convinzione che le verdure dal sapore forte possano dar al latte un gusto cattivo… È vero che la composizione del latte è anche influenzata dall’alimentazione materna, che perciò dovrebbe essere il più salutare ed equilibrata possibile, ma di certo non uscirà un broccolo dal seno! Il bimbo conosce già in qualche modo il gusto dei cibi che abbiamo assunto in gravidanza, lo ritroverà nel latte e poi durante lo svezzamento, nessun trauma quindi!

  1. Con le mestruazioni il latte diminuisce e il bambino non lo vuole più.

Leggende antiche narrano che si dovesse smettere di allattare alla ricomparsa delle mestruazioni perché il latte diventava “cattivo”. Con le mestruazioni il latte non diminuisce, non sa di sangue, nessuna scena splatter alla Quentin Tarantino o da esorcista.

Se la frequenza delle poppate non supera le 3-4 ore sia di giorno sia di notte, il bimbo è allattato esclusivamente al seno e non ha ancora iniziato lo svezzamento (quindi ha meno di 6 mesi) l’ovulazione potrebbe essere inibita dall’azione della prolattina. Tuttavia ogni donna è diversa quindi ci sono mamme che pur allattando ritornano al loro ciclo mestruale ai 3 mesi del bimbo, altre che rimangono in stand by anche per 2 anni.

  1. Allattare fa perdere i capelli.

Infatti conosco tantissime donne calve! In gravidanza il ricambio dei capelli è più lento, per effetto di ormoni prodotti dalla placenta. Dopo il parto si perdono i capelli in maggior quantità proprio perché in gravidanza la caduta era rallentata, questo è indipendente dall’allattamento.

  1. Allattare fa ingrassare.

La produzione di latte giornaliera fa consumare circa 500kcal/die, una sessione di 2 ore in palestra quotidiana gratis. L’alimentazione deve essere equilibrata e varia, seguendo l’appetito, senza fare diete ipocaloriche. Tuttavia il dispendio calorico per l’allattamento non può essere usato come scusa per fare grandi abbuffate, altrimenti poi la colpa è della Nutella, non del seno!

  1. Un forte stress può far sparire il latte.

Il latte non scompare all’improvviso! Un forte stress può influire sulla salute della mamma e sull’ossitocina, ormone che causa la contrazione degli alveoli e dei dotti, facendo uscire il latte dal capezzolo. L’ossitocina è un ormone “timido”, viene inibito da una situazione di disagio psicofisico, da un forte stress, da un dolore che non si riesce a placare. Non è una situazione senza ritorno, è necessario molto tempo affinché il latte venga riassorbito da seno. Si può quindi agire sul fattore che inibisce l’ossitocina, contemporaneamente con massaggi e pratiche che stimolano la produzione di questo ormone. Anche un calo della produzione è risolvibile con un buon sostegno e informazioni adeguate.

  1. Mangia pochi legumi perché fanno venire le coliche al neonato.

La fermentazione è provocata da una sostanza contenuta nella buccia dei legumi, si può limitare questo inconveniente mettendoli in ammollo insieme a un pezzetto di alga Kombu. La buccia dei legumi non passa nel latte ovviamente ma alcuni alimenti possono dar fastidio al bimbo, molto dipende dagli abbinamenti e dalle quantità: latte vaccino e derivati, insaccati, cioccolato, legumi. Non ci sono regole precise, di solito la mamma capisce se un certo cibo causa qualche disagio al piccolo.

  1. In allattamento è meglio evitare farmaci.

Come in gravidanza c’è molta disinformazione su questo tema, anche tra i sanitari. In allattamento e anche durante la gestazione è importante curarsi e se necessario ricorrere ai farmaci. Non è vero che si deve smettere di allattare se occorre un antibiotico, ad esempio. Moltissimi farmaci sono compatibili con l’allattamento, per togliersi ogni dubbio si può consultare il sito: http://www.farmaciegravidanza.gov.it/basicpage/farmaci-e-allattamento

L’app: LactMed@NIH, gratuita in inglese.

Si può chiamare il numero verde 800 88 33 00 dell’U.O. Tossicologia Clinica-Centro Antiveleni Ospedali Riuniti di Bergamo, dove risponde personale competente e se il farmaco non fosse compatibile indicano delle alternative. Si può consultare anche la loro pagina Facebook:

https://www.facebook.com/Centro-Antiveleni-Ospedale-Papa-Giovanni-XXIII-di-Bergamo-831712480279028/

Qui si può trovare un elenco dei farmaci da banco di uso comune compatibili con l’allattamento:

http://www.lllitalia.it/10001-notizie/585-il-centro-antiveleni-del-papa-giovanni-xxiii-di-bergamo-e-la-leche-league-insieme-per-le-mamme.html