Partorire in casa

La Nascita di Febe – il racconto di un parto in casa

Saresti arrivata il primo di luglio, ma sentivo che avresti tardato di qualche giorno e così è stato. Passavano i giorni, tutto era tranquillo ed io, mi godevo gli ultimi istanti della mia ultima pancia.
Era sabato mattina del 7 luglio e iniziavo ad avere qualche piccola contrazione e piccole perdite. Nonostante fosse la terza gravidanza, questa cosa mi era nuova, così ho subito scritto a Laura che mi ha prontamente tranquillizzata, i piccoli segnali c’erano.
La giornata è trascorsa tra qualche contrazione, una passeggiata e un buon gelato. Niente di immediato, pensavo.
Ero pronta ad accoglierti nella nostra famiglia, non vedevo l’ora di vederti nascere, di partorire.
Non per la stanchezza o il caldo, ma per vederti, conoscerti e di realizzare il nostro sogno: partorire in casa, in tranquillità tra le nostre mura con le tue sorelline e il tuo papà.

Erano circa le 22.30 e ho iniziato a percepire le prime contrazioni: ogni 13 minuti, ogni 6, ogni 3, ogni 10.
Nel frattempo, tutti dormivano, io riposavo e ti parlavo, tu ti muovevi, ti accarezzavo. Le contrazioni sono andate avanti così, fino alle 4.30 quando all’improvviso ho percepito un movimento strano e subito dopo si erano rotte le acque.
Ho svegliato subito il tuo papà che, un po’ spaventato e dormiente, ha chiamato Eleonora.
Con calma sono andata a farmi una doccia e poi ho preparato in sala le “cose” che delle mie care amiche ci avevano regalato per il parto.
I minuti passavano ed ora le contrazioni erano intense e ravvicinate. Camminavo, ancheggiavo, respiravo profondamente e assecondavo le contrazioni. Guardavo fuori dalla finestra, respirando, l’alba stava facendo arrivo in questa nuova giornata.
Era piacevole questo assecondare, pensavo che il momento per incontrarti era sempre più vicino. Nel frattempo ti immaginavo: rosea, capelli scuri e la faccia del tuo papà.

Papà camminava, assonnato, avanti e indietro tra cucina e sala, forse un po’ agitato, aveva capito che era giunto il momento.
Spostava tavoli, sedie, preparava i teli e cercava di fare poco casino per gonfiare la piscina ma senza troppi risultati.
Le contrazioni continuavano regolari ed intense, i miei respiri erano sempre più profondi.
Dopo poco arrivarono le nostre ostetriche. Tra una contrazione e l’altra, Eleonora è riuscita a sentire il tuo battito, eri agitata e dovevi calmarti un po’ per fare in modo che tutto andasse bene.
Dopo qualche minuto il battito era tornato alla normalità ed io sentivo sempre più la voglia di spingere.
Papà e tua sorella Iris erano con noi in sala e – abbracciati – ci guardavano, aspettando il tuo arrivo. Sono convinta che Iris sentiva il tuo arrivo, di solito è una gran dormigliona!

La piscina non è stata mai riempita, il tempo non c’era ma è stato un utile appoggio per me.
La voglia di spingere era sempre più forte, ad ogni contrazione ti sentivo arrivare da me, mancava poco, ti chiamavo e respiravo forte.
Tra vocalizzi (santi vocalizzi), massaggi, sguardi e forza sei arrivata tra noi.
Capelli scuri, faccia di papà e con tanta vernice caseosa, ti ho presa tra le mie braccia.
Parole dolci, coccole e attenzioni hanno accompagnato tutta la giornata ed in giorni seguenti.
Siamo state pelle a pelle per ore e quando il cordone ha smesso di pulsare il tuo papà, con l’aiuto delle ostetriche, lo ha tagliato.
La tua placenta è stata impressa su di un foglio e poi congelata.

Aspettarti, portarti per 9 mesi, è stato l’ennesima conferma di quanto siano meravigliose le donne e quando seguite da un’ostetrica con un grande cuore tutto rimane lì, impresso nel proprio cuore.
Grazie di cuore a Laura, di averci accompagnato in questi bellissimi nove mesi e di averci fatto sentire tutti parte di questa nuova vita, di esserci sempre, di supportarci e di essere un grande aiuto.
Grazie ad Eleonora per aver fatto parte di questa nuova vita. Fin dal primo incontro ho capito che eri una bellissima persona.
Grazie a Beatrice per aver scelto, anche tu, questa bellissima professione.

P. S. l’espressione di tua sorella Rita quando ha visto Febe al mattino racchiude tutta la mia felicità.

Grazie di cuore.

Francesca, Mattia, Rita, Iris e la piccola Febe.

 

Il parto di Sara

Il parto di Sara

È il 6 agosto 2015 quando alle 22.50 nella calma della nostra casa, finalmente conosciamo la nostra piccola Celeste! Ma torniamo indietro un attimo… Appena prima del 1° compleanno di Giorgia, faccio un test di gravidanza ed ecco che è positivo!!! È stato un susseguirsi di emozioni tanto forti quanto contrastanti: gioia, felicità, paura e ansia!!! Giorgia era ancora allattata e subito penso al parto, a come fare per non farla soffrire durante la mia lontananza, ai rischi corsi alla sua nascita per manovre che non dovevano essere fatte, a come mi hanno fatto sentire inadeguata con “non sai spingere come dovresti” e per queste ragioni decido di non pensarci troppo in quel momento e mi dico “una cosa alla volta dai!”. Continua