Figlio maschio? Mani in alto… dal pisellino!

 

Nasce un figlio maschio e spesso ci si pongono alcune domande sulla gestione del pisellino.

“Come si deve sistemare nel pannolino? All’insù o all’ingiù?”

“Tutta quella pelle è normale? È normale che sia chiuso?”

“Ma come faccio a pulirlo?”

“Il mio bambino si tocca il pisellino!”

 

Cerchiamo di fare un po’ di ordine e di dipanare i dubbi dei genitori. Durante lo sviluppo embrionale lo stesso gruppo di cellule danno origine al glande e al prepuzio, quindi si accrescono come un unico organo e alla nascita, nella maggioranza dei casi, il prepuzio non permette di scoprire il glande.

Questo tuttavia non influisce sulla capacità del neonato di urinare. Quello che sembra un eccesso di pelle che ricopre il glande e che non permette la retrazione in realtà è una specie di “guanto” che protegge la mucosa del glande dal contatto con le feci. Son convinta che la natura non crei nulla per caso e che quindi tutto abbia una propria funzione, anche se a volte non riusciamo a comprenderla. Infatti se pensiamo che per 2-3 anni il bambino vivrà con il pannolino, quindi rimarrà più o meno a lungo in contatto con i suoi prodotti di scarto, è chiaro che una naturale protezione serva per diminuire il rischio di infezioni. Inoltre non servirebbe a molto nei primi anni di vita la possibilità di scoprire il glande, visto che questo meccanismo è necessario durante i rapporti sessuali.

Quindi è assolutamente normale che il pisellino appaia “chiuso”.

L’aderenza del prepuzio diminuirà gradualmente con la crescita del bambino e quando sarà retrattile allora i genitori insegneranno al figlio a lavarsi anche in quella “piega” dove solitamente si accumulano le secrezioni genitali (smegma). Fino a quel momento si pulirà semplicemente il pisellino con acqua corrente e detergenti delicati (controllate sempre l’INCI), perché lo spazio tra prepuzio e glande è ancora virtuale, quindi non esiste e non vi si può accumulare nulla. Detto questo, vien da sé che è assolutamente ininfluente cercare di dare una direzione al pisellino nel pannolino, lasciamolo stare come gli pare, se poi la pipì dilagherà anche fuori pazienza, del resto non si dice “pipì santa”?

È da evitare invece la ginnastica prepuziale, una pratica che era in uso anni fa, sia da parte delle nonne sia da parte dei pediatri, che consiste nel forzare la retrazione del prepuzio prima che questa avvenga naturalmente. Si davano due giustificazioni: per evitare che successivamente il pisellino non si aprisse da solo e per consentire una pulizia maggiore.

Tuttavia queste considerazioni non sono più supportate dalle nuove evidenze scientifiche e questa ginnastica può avere degli spiacevoli effetti collaterali:

  • togliendo la fisiologica protezione sono più frequenti le infiammazioni e infezioni uretrali
  • la retrazione forzata crea delle micro lesioni, che possono anche sanguinare e che cicatrizzandosi vanno a “sigillare” il prepuzio, ottenendo l’effetto contrario a quello voluto (fimosi cicatriziale, cioè un restringimento del prepuzio attorno al glande, che in alcuni casi richiede un intervento chirurgico correttivo).

 

È da sottolineare che tutte queste manovre non sono indolori per il bambino, perché non è affatto vero che un neonato non provi dolore (la diceria che le fibre nervose non funzionano ancora).

Se questo fosse vero, come mai tutti i neonati piangono quando si fa loro un prelievo di sangue?

Lo scollamento del prepuzio dal glande avviene gradualmente grazie alle erezioni spontanee notturne e ai meccanismi di minzione. Se non forziamo le tappe il prepuzio del bambino avrà terminato la sua fisiologica retrazione intorno ai 5 – 7 anni, considerando sempre le variabili individuali. Solo a questo punto quindi il pediatra potrà effettivamente diagnosticare un reale eccesso di pelle.

crossbabyA proposito di erezioni… avete presente la curiosità e il bisogno di scoperta dei lattanti? Quando iniziano a mettersi in bocca mani e piedi scoprendo il proprio corpo? È logico pensare che in questa avventura scoprano anche l’esistenza del proprio pisellino. In questa fase la mano capita lì casualmente, mentre l’esplorazione diventa qualcosa di interessante per il bimbo intorno ai 2 anni, quando lo tocca volontariamente magari provocando anche un indurimento.

Non di rado questo avviene durante i cambi del pannolino, a volte suscitando ilarità o imbarazzo negli adulti presenti, non sapendo come gestire questo evento magari qualche nonna rimprovera anche il piccolo, interrompendolo durante le sue manovre e dicendogli: “quello non si tocca, non fare lo sporcaccione!”.

Il mio intento non è certo quello di giudicare l’idea di educazione che si vuol trasmettere al proprio figlio, ognuno è liberissimo nelle proprie scelte, ma quale messaggio stiamo dando in quel momento al bambino? Che toccarsi corrisponde a un “no, non si fa”? Che le sensazioni provate sono qualcosa di sbagliato e sporco?

Chiediamoci da dove nasce il nostro giudizio negativo verso questo gesto del maschietto e se la repressione della spontaneità avrà poi un effetto positivo sul bambino.

 

Per maggiori info:

Un pediatra per amico, bimestrale per genitori scritto dai pediatri italiani, realizzato con la collaborazione dell’Associazione Culturale Pediatri ACP, n.6/2013, pagg 9 – 11.

http://www.pediatric.it/pisellino.htm

http://www.gianfrancotrapani.com/#!La-fimosi-nel-bambino/c18oc/55256ded0cf21933cd47d8bb