Parto = Emorroidi? Prevenzione, rimedi, cosa non fare in sala parto.

 

Chi ne soffre si preoccupa per un possibile peggioramento causato dal parto, chi non ne soffre spera che certi racconti delle amiche a riguardo non valgano anche per lei. Le emorroidi sono un problema molto diffuso, ma spesso si prova vergogna a parlarne: le vene dell’ultima parte dell’intestino possono infiammarsi e dilatarsi, provocando fastidio, dolore e talvolta sanguinamento. Le emorroidi possono riguardare uomini e donne indistintamente, ma ci sono alcuni fattori che favoriscono o aumentano il rischio di soffrirne: colon irritabile, stitichezza, alterazioni ormonali, abuso di alcol e fumo, un’alimentazione inadeguata, ma possono influire anche la familiarità, la sedentarietà, l’eccessiva assunzione di lassativi, la fragilità dei capillari. In gravidanza a volte possono comparire per diverse ragioni: stitichezza (spesso causata dal progesterone o da un’integrazione di ferro), congestione vascolare a livello pelvico per il peso dell’utero gravidico, predisposizione (infatti possono comparire anche vene varicose agli arti inferiori). Per prevenire o curare le emorroidi bisogna agire su più fronti, individuando la possibile origine del problema, ma la prima terapia è senz’altro quella dietetica: in linea generale bisogna evitare i cibi che favoriscono l’infiammazione dell’intestino e la stipsi, preferendo quelli ricchi di fibre, vitamina C ed E (la prima rinforza i vasi sanguigni, la seconda è antiossidante), grassi insaturi e un apporto di acqua adeguato.

Cibi da evitare Cibi da preferire
Alcolici, tè, caffè, cacao 1,5l di acqua circa
Cibi fritti e grassi saturi Olio extravergine d’oliva spremuto a freddo, frutta secca e semi oleosi
Peperoncino, pepe, spezie piccantiFormaggi e insaccati Cereali integrali o simili non raffinati (riso integrale, grano saraceno, quinoa, avena, ecc), germe di grano, legumi,
Crostacei e frutti di mare Verdure (sopratutto a foglia verde), carciofo, tarassaco, zucca
Eccesso di sale Frutta fresca di stagione, soprattutto mela, agrumi, kiwi, frutti di bosco, prugne, castagne

 

Insieme all’alimentazione ha un ruolo chiave senz’altro lo stile di vita: fare passeggiate e alzarsi ogni tanto se per lavoro si sta seduti a lungo aiuta sia a decongestionare i vasi emorroidari, sia a far lavorare meglio l’intestino. Abitudini sbagliate (oltre al consumo di alcol e fumo) sono usare l’acqua fredda per l’igiene intima e rimandare lo stimolo alla defecazione. Molti per alleviare il dolore usano l’acqua molto fredda per lavarsi, ma questo in realtà peggiora la congestione (perché vasocostringe) e quindi l’infiammazione delle emorroidi, perciò è preferibile fare un bidè con acqua tiepida, ancor meglio se si sta seduti dentro in ammollo per alcuni minuti e si aggiunge un cucchiaio di olio extravergine d’oliva (emolliente e ricco di vitamina E). A volte è necessario anche “rieducare” l’intestino: molte persone sono stitiche senza che ci sia un vero problema, perché capita che quando hanno lo stimolo lo rimandino (perché non hanno tempo in quel momento, sono di fretta al mattino, non sono nel luogo adatto, per pigrizia, ecc), l’intestino non si svuota e richiama acqua dalle feci, che quindi si disidratano, indurendosi e rallentando il transito. Quando magari dopo un pasto arriva il secondo stimolo (ad es. al pomeriggio in ufficio) questo sarà di intensità minore rispetto al primo del mattino, quindi verrà rimandato facilmente.

posizione corretta Questo meccanismo di posticipazione della defecazione non fa altro che aumentare la stipsi, la congestione delle emorroidi e nel momento in cui si andrà di corpo si farà una gran fatica, quindi le emorroidi peggiorano ancora. Infatti per evacuare non si dovrebbe esercitare una grande forza, ma semplicemente assecondare lo stimolo corporeo con un minimo sforzo. È molto importante correggere questi “vizi” sbagliati per curare efficacemente il problema emorroidi e/o stitichezza. Un altro aspetto da non sottovalutare è la posizione per evacuare: quella che più rispecchia la fisiologia e riduce lo sforzo necessario è accovacciata, “alla turca”. Questo non vuol dire che bisogna sradicare tutti i wc dalle case e andare in giardino, basta semplicemente usare uno sgabello o un catino capovolto su cui mettere i piedi e appoggiare gli avambracci sulle cosce, nelle posizione tipica del “leggo il giornale”.

Si può ricorrere anche alla fitoterapia per curare le emorroidi, sopratutto in gravidanza o allattamento quando alcuni farmaci sono controindicati:

  • Tisana di Malva (foglie): berne 3 tazze al giorno, meglio se a digiuno. La malva è antiflogistica, emolliente, decongestionante.
  • Pomata all’Hamamelis virginiana (in farmacia/erboristeria): da applicare localmente. L’Hamamelis è antinfiammatorio, rinforza la parete delle vene.
  • Olio essenziale di limone: 15 gocce in una bacinella di acqua tiepida, emulsionare e rimanere immersi per 15 minuti, una o due volte al giorno. Il limone è indicato per i disturbi di circolazione.

Quando arriva il momento del travaglio cosa fare per evitare di peggiorare la situazione se già si ha questo problema?

Durante il travaglio è consigliabile camminare per la stanza, cambiare spesso posizione, senza rimanere tutto il tempo semidistesa a letto o seduta (sempre perché la sedentarietà non aiuta). Quando si arriva a dilatazione completa NON si deve iniziare subito a spingere se non se ne sente il bisogno, anzi è preferibile aspettare che la testa del bambino scenda un po’ da sola grazie alle contrazioni, soltanto quando lo stimolo sarà molto forte allora lo si asseconderà. Spingere quando non c’è il premito comporta una maggior fatica da parte della donna, che rimane in apnea per diversi secondi, molto spesso queste spinte non sono neppure efficaci perché fatte a glottide chiusa, quindi tutta l’energia si ferma a livello delle corde vocali (prendi aria, trattieni il respiro e spingi più forte e a lungo che riesci, viso e collo diventano rossi, stessa spinta di quando si è stitici: DA EVITARE), ma aumenta la pressione intraddominale che va a scaricarsi e a gravare negativamente sul pavimento pelvico e sulle emorroidi. Queste spinte forzate e prolungate possono causare le emorroidi a chi non ne soffre in quel momento e anche il bambino può risentire di questa prolungata apnea materna. Oltre ad evitare la spinta forzata bisogna NON spingere: accovacciata, in piedi, semidistesa a letto o seduta sulla classica poltrona da parto. In posizione accovacciata o in piedi le spinte sarebbero troppo forti ed energiche, mentre se si ha le emorroidi non si deve avere fretta. In posizione semidistesa o seduta il processo del parto è più difficoltoso ed ostacolato, perché il bacino non è libero di muoversi, l’utero fa più fatica a contrarsi in modo efficace, quindi i tempi si allungano molto e le contrazioni sono più dolorose, occorre fare un grande sforzo per spingere e si innesca facilmente il meccanismo deleterio della spinta forzata.

Le posizioni da preferire per il periodo espulsivo sono a carponi e distesa sul fianco, perché favoriscono il meccanismo del parto senza ostacolare il movimento del bacino e senza aumentare la congestione vascolare a livello pelvico. Ovviamente è sconsigliato fare un applicazione di ghiaccio sulle emorroidi infiammate dopo il parto, né tanto meno aiuta eseguire a scopo preventivo un’episiotomia. Nei giorni successivi al parto può essere utile usare l’apposita ciambellina o un asciugamano avvolto a ciambella quando ci si deve sedere per mangiare, ma è sconsigliato usare questo presidio per molte ore al giorno (stare troppo seduti sulla ciambella blocca la circolazione a livello pelvico).

Le donne che hanno questo problema spesso provano vergogna, quindi non ridicolizziamole, né sminuiamo il loro problema, se si confidano non tradiamo la loro fiducia, ricordiamoci che possono essere preoccupate ed impaurite per come il loro problema può influire sul parto e la paura può bloccare il travaglio o non farlo iniziare. Quindi a maggior ragione dovremo ricorrere a tutte le nostre conoscenze e strumenti per aiutarle a superare questa paura, senza peggiorare la situazione.